Anno bisesto ed elettorale. Anno complicatissimo questo 2024, all'alba. Meloni non ha paura. Di quelli che vogliono dare le carte, che devono mettere da parte quella che a sentir lei, è un'abitudine consolidata. E non ha paura della sua principale avversaria, visto che si rende disponibile al confronto. Cosa piuttosto inedita per chi è al potere. In genere serve all'Opposizione con necessità di rimonta. Meloni si presta. Buono per la democrazia, ma anche segno di grande sicurezza. Qualche incertezza invece la Premier ce l'ha verso i suoi. Teme, lo ha detto, che difetti il senso di responsabilità. Chi detiene armi deve farlo con responsabilità e serietà. Figuriamoci chi detiene il potere, il governo. Le elezioni nel 2024 sono ovunque. Comuni, regioni, Europa, mondo. Possono cambiare tanto, in Italia forse però meno che altrove. Le opposte coalizioni hanno problemi, anche se diversi. Quella di Governo non si pone la domanda di quale sia il partito guida, perché i numeri sono chiari e non pare ci sia alcuno spazio per un ribaltamento. C'è la corsa all'identità da parte di Lega e Forza Italia, identità che in Europa si avvia ad essere separata. Potrebbe essere un problema per il Governo, soprattutto per la politica estera, e verso Bruxelles in particolare. I numeri di Meloni, Tajani e Salvini conteranno, specie se i loro nomi saranno sulle schede elettorali. Sul fronte interno, amministrative e regionali, nonostante qualche increspatura al momento assai visibile in Sardegna, per esempio, l'abitudine a gestire le tensioni lavando i panni in casa, sembra sufficiente a mantenere alla coalizione il ruolo di favorita, in misura piuttosto estesa. Dall'altra parte invece, qualche dubbio su quale sia la forza trainante c'è. Il confronto possibile tra Schlein e Meloni sembrerebbe indicare in modo naturale il PD. Ma l'esito del confronto e la sua interpretazione da parte dell'elettorato non sono scontati, alle europee in particolare. Pochi voti in più peseranno, c'è da scommetterci. Meno facile sarà valutare l'Opposizione sui territori. Con grande difficoltà, sta arrivando a candidati condivisi in comuni e regioni importanti. Ma, ancora, sembra necessità che diventa virtù, più che comunione di intenti. Buon anno.