Mentre il PPE in Europa riflette per ora dando risposta negativa sulla possibilità di un dialogo con le destre anche con i conservatori di Giorgia Meloni, un suo affiliato francese dal nome italiano, Ciotti, supera di slancio il problema e mette a disposizioni voti repubblicani già di De Gaule e Chirac, di una futura maggioranza con a capo Marine Le Pen. Ora non è dato capire se Ciotti sia un anticipatore di movimenti politici che si verificheranno prima o poi anche a Bruxelles, o sia protagonista di una partita personale che ignora la tradizione antifascista dei gollisti e il rifiuto finora senza eccezioni di allearsi con i Le Pen. A ben vedere però, oltre all'integrità di pensiero qui conta la legge di gravità. I predecessori di Ciotti non avevano a che fare con una ultradestra dalle dimensioni assunte alle europee dalla Rassemblement National e ne con un partito, il loro, così ridimensionato. Il potere ha bisogno di consenso, almeno in democrazia, se non hai il tuo ti metti a disposizione di chi ce l'ha e ti prendi almeno un pezzetto di potere. L'alleanza dei popolari con la destra in Italia è stata invece frutto di un'intuizione politica. È appena il caso di ricordare che l'intuizione fu di Silvio Berlusconi più o meno 30 anni fa. La sostanziale stabilità del Governo Meloni ora, pure al netto di qualche turbolenza, deve molto allo sdoganamento guidato allora, dal Cavaliere. E da allora, al contrario formare in Italia maggioranza di centro-sinistra è stato molto più difficile. Chi ancora sottovaluta l'eredità politica di Silvio Berlusconi rispetto a quella meramente patrimoniale, dovrebbe riflettere. Ma torniamo all'Europa: c'è un altro esponente del partito popolare che sembra giocare una partita personale ed è Ursula Von Der Leyen. La presidente uscente della Commissione Europea è fortemente determinata a conseguire un secondo mandato. A urne chiuse da pochissimo ha subito dichiarato la sua disponibilità e il suo interesse a un allargamento a destra della maggioranza che l'aveva sostenuta nel precedente mandato. La strada che vuole percorrere anche a prescindere forse a dispetto del fatto di essere il candidato del PPE. E come Ciotti, è disposta a resistere ai malumori del suo partito per ritrovarsi di nuovo Presidente della Commissione Europea.























