La cosa che più conta è il risultato. Sembra scontato, ma altre cose rilevano nelle lezioni che decidono chi governerà nei prossimi anni in Friuli Venezia Giulia. La crescita forse non rapida ma inarrestabile di Massimiliano Fedriga, leghista delle istituzioni, Presidente di regione, Presidente delle regioni nella loro conferenza, mai una parola fuori posto lui, come Zaia, da molto tempo indicato come l'anti Salvini, anche se non si ricordano suoi sussulti, anche minimi, contro il segretario. Le foto con Meloni e non piuttosto con Matteo sono più scaltrezza politica che dissenso. Intanto Fedriga sottolineerà la sua forza personale confrontando i voti della sua lista civica con quelli della Lega. Qualcun altro si occuperà invece di confrontare i voti del Carroccio con quelli di Fratelli d'Italia, la somma, diceva il principe De Curtis, fa il totale. Il centro-destra governerà, ma le proporzioni determineranno il chi e il come e anche quanto Meloni può ancora guadagnare consenso al Nord, ai danni dell'alleato leghista. Altra partita si gioca a sinistra, Schlein valuta il suo mini tour elettorale incoraggiante, i sondaggi premiano il suo PD su scala nazionale, ma il voto in Friuli è la prima vera prova della sua segreteria. Se va bene, la aiuterà anche nei rapporti interni al partito e ovviamente viceversa. Il vantaggio è che la prova arriva subito, quando il nuovo è ancora nuovo e quindi attraente. Ancora, ciò che a livello nazionale non è urgente, qui è stato, cioè le alleanze. Indicazioni non univoche, anche qui. Per la Regione, Schlein e Conte hanno trovato un candidato comune: Massimo Moretuzzo. Ma non si fanno vedere insieme. A Udine, per il sindaco, il PD sta col Terzo Polo. Il vantaggio, qui, è che non si corre per la vittoria ma per un miracolo.