Ascolta. Mario Draghi, torna in una sede della Banca d'Italia uno dei tanti luoghi dove si sente a casa e ascolta l'industria di tutta Europa. A uno che è stato incaricato da Ursula von der Leyen di proporre modelli, norme e comportamenti adatti a spingere in alto la competitività del sistema Europa, ad un signore che ha passato a comandare qualcosa buona parte dei suoi 76 anni, la capacità di ascolto non deve mancare, come quella di scegliere se e quando rispondere a ciò che ascolta. Di certo, Draghi ha ascoltato e letto della preferenza di Macron per la sua ascesa ai vertici europei. Di certo, avrà letto un paio di giorni fa il Financial Times che scommetteva sulla candidatura a capo del consiglio europeo, voce che gira da tempo e certo, corroborata dalla notizia che l'attuale presidente Sharon Michelle sarà candidato alle prossime europee. Altrettanto certo, che abbia ascoltato Meloni nella conferenza stampa di inizio anno dire che pensare ad una candidatura Draghi è molto molto prematuro. Cosa senz'altro vera, se pensare vuol dire parlare apertamente, meno vera se significa invece lavorare per creare consenso su una ipotesi. Super Mario sceglie di non rispondere con parole sue ma di qualcuno a lui vicino, una fonte certa, che però vuole rimanere anonima. La fonte nega che Draghi sia interessato ad un ruolo nelle istituzioni comunitarie, che continuerà in ogni caso a dare il suo contributo al progetto europeo e che, attenzione, non si tirerà indietro se dovesse esserci consenso su una sua candidatura. Mettendo insieme le parole della Fonte, pare si possa sintetizzare Draghi è in campo come lo è sempre stato da un po' di anni a questa parte, per ogni incarico che conti in Italia, in Europa poi c'è di mezzo la democrazia. Se dopo il voto, ci sarà una maggioranza che appoggi le sue idee forti sull'Europa: unione fiscale, difesa comune, abolizione del voto all'unanimità. Ad occhio e croce, la maggioranza che serve è la stessa che appoggia la Von der Leyen. Del Governo italiano, solo Forza Italia nei popolari europei. È prematuro, dice Meloni ma per Lega e Fratelli d'Italia appoggiare Draghi è una domanda che non pare avere una risposta scontata.