È vero, nulla garantisce per il Medio Oriente un domani come quello che l'accordo di Sharm prova a disegnare. E però queste sono ore di sollievo per il mondo intero, il mondo che ha assistito alla mattanza del 07/10, il mondo che ha assistito al cadere delle regole più elementari del diritto internazionale, anche in tempo di guerra, ad opera del governo israeliano in tutti questi mesi di risposta armata, che spesso ha preso forma di vendetta. Potrebbe allora sembrare inopportuno dolersi di qualcosa in ore come quelle che stiamo vivendo e però forse è utile riflettere e quindi porsi un serio problema su qualcuno che sì è andato in Egitto, ma in realtà è pressoché invisibile a Sharm el Sheikh, perché Bruxelles non ha un ruolo da rivendicare presso nessuna delle parti in causa non c'è stata prima non c'è stata durante il conflitto. Che peso può avere ora ad un tavolo che decide o almeno vorrebbe decidere le sorti di una parte del mondo, pure così vicina, quasi confinante. Lo scarso peso ormai sembra un fatto naturale da accettare per l'Europa, un fatto giusto. Sarebbe interessante essere pure noi invisibili e passare qualche ora nelle stanze della Commissione Europea, capire se la soddisfazione del mondo è anche quella dei Commissari e della Presidente Von der Leyen, o se invece non si rendano conto che il famoso numero che bisognerebbe chiamare per parlare con l'Europa suona ancora quasi sempre a vuoto e che quindi c'è molto, molto da lavorare. .























