Insomma, i cugini hanno fatto pace, l'incontro tra Meloni e Macron che ricorderete avevamo previsto imminente c'è stato, non una visita ufficiale ci sarà tempo, ma un bilaterale notturno a margine del Consiglio Europeo. Il tempo per un disgelo quanto mai utile per l'Italia ma anche per la Francia che dell'Italia ha bisogno per dare spessore e consenso, soprattutto la sua idea di politica economica europea da iscrivere poi all'interno del nuovo patto di stabilità e crescita. Il nostro Paese ha ancora però molto da fare per creare una sensibilità Europea sull'immigrazione, che si trasformi poi in impegni concreti. Anche questo Consiglio Europeo l'ha confermato, tornare in buoni rapporti con Parigi su una questione così importante, che era anche quella su cui si era consumato il maggiore attrito, è fondamentale altrettanto fondamentale sullo stesso tema è fare insieme pressione sulla FMI perché arrivi al più presto sostegno finanziario alla Tunisia, ora è in cima alle preoccupazioni di chi deve occuparsi dei flussi migratori dall'Africa. E poi ci sono grandi investimenti comuni nella difesa e nella Sicurezza che non sarebbero più giustificati vista la loro natura strategica, tra due Paesi in prolungato attrito. La notte di Bruxelles allontana almeno un po' poi il nostro Paese dalla sgradevole e dannosa sensazione piuttosto condivisa in ambiente europeo, che l'Italia si stesse abituando su molti temi a fare corsa da sola. Con tutti i rischi di più o meno strisciante emarginazione che questo comporta. Vale la pena di notare poi che il riavvicinamento tra Meloni e Macron, avviene in un momento politico delicatissimo per il Presidente francese, a Parigi piazze incendiarie e un'opposizione con la faccia di Marine Le Pen, una delle sorelle politiche dei Fratelli d'Italia, decisa a logorare il Presidente francese fino alla consunzione. Degno di nota e molto apprezzabile che Meloni abbia mantenuto i piani politico e diplomatico, ben distinti.