Chi la fa l'aspetti, chi indaga sarà indagato, chi spia sarà esposto ai giornali insieme a chi è spiato e se dovrebbe essere segreto, che importa? E invece un po' importa se le tensioni tra la politica, il Governo, in particolare la Magistratura, anche internazionale, continuano a salire. Se i servizi per la sicurezza interna scrivono un esposto contro un Magistrato che avrebbe reso note in qualche modo indagini di intelligence che per loro natura devono restare segrete, beh, è roba grave. Gli spifferi di questo tipo in genere hanno fini eversivi, dalla Magistratura non te lo aspetti e sembra un'enormità. Vedremo, indagherà Perugia la Procura di Raffaele Cantone, dovrebbe essere uno che mette d'accordo tutti dovrebbe. Vedremo se cinque membri laici del CSM sollecitano l'organo di autogoverno dei Magistrati ad allontanare Lo Voi dalla Procura di Roma per motivi ambientali legati sia al caso della carta del DIS resa pubblica che all'iscrizione nel registro degli indagati di Meloni, Mantovano, Nordio Piantedosi, se un altro Consigliere invoca di contro una pratica a tutela dello stesso Magistrato perché canzonato via Social dalla Presidente del Consiglio se il Governo chiede conto offeso alla Corte Penale Internazionale dei vizi del mandato d'arresto per Almasri e riceve dall'Aja indiscrezioni sull'apertura di un fascicolo sull'Esecutivo italiano. Insomma, se succede tutto questo, se ti importa qualcosa della salute delle istituzioni, del dettato costituzionale che parla di leale collaborazione tra gli organi dello Stato di disciplina ed onore, di autonomia e indipendenza, un po' importa, specie se il momento è quello che è, non proprio il regno dell'equilibrio il mondo di oggi. Piccola speranza, il cambio della guardia l'Associazione Nazionale Magistrati. Il successore di Santalucia è di idee, non di Sinistra e forse sarà tutto più facile, anche se ognuno capisce che se questo pensiero ha un senso siamo comunque in un bel problema. E però intanto Meloni invita al dialogo e fa intuire che qualcosa nella riforma detestata dai Magistrati, la separazione delle carriere chissà, si può cambiare. Cesare Parodi, il successore, non scorda il passato, non revoca lo sciopero ed è contro la separazione delle carriere, ma accetta l'invito e il Quirinale dall'alto guarda e spera. .