Ci siamo. Poche ore e sapremo se i militanti del MoVimento 5 Stelle avranno deciso se essere in una formazione progressista, come vuole l’attuale leader Giuseppe Conte, o non essere, nel senso non essere né di destra né di sinistra. Come in quelli che ormai si ricordano come i bei tempi: le scatolette di tonno, il Vaffa, piazza San Giovanni gremita al posto dell’odiato PD, un terzo dei voti espressi che andava ai cosiddetti, allora, grillini. I militanti ed elettori di 5 Stelle dovrebbero tenere bene a mente però che essere né di destra né di sinistra oggi sarebbe diverso da come era allora. Oggi semplicemente non ci sono due forni pronti ad accogliere il lievito del MoVimento. E il miraggio dell’autosufficienza, delle magnifiche sorti e progressive che avrebbero portato Grillo e i suoi a essere partito quasi unico, beh quel miraggio si è rivelato, appunto, tale. La destra, oggi, non sa che farsene dei voti grillini. Ha affossato i due provvedimenti simbolo del MoVimento: il reddito di cittadinanza e il superbonus. Dell’antica simpatia con la Lega è rimasto, forse, il sottofondo antieuropeista, un pacifismo spesso confuso con l’equidistanza tra Mosca e Kiev, una qualche simpatia per il neoeletto Presidente americano. Ma che la destra si interessi, oggi, ai 5 Stelle è pura fantasia. Se il MoVimento decide di porsi nella posizione suggerita ancora da Grillo, né a destra né a sinistra, con i numeri attuali diventerà un gruppo di testimonianza, irrilevante per determinare qualsiasi indirizzo politico nel Paese. E anche, sempre visti i numeri, nei comuni e nelle regioni. È una scelta legittima e la storia, la cronaca, recente dimostra che l’elettorato si muove velocemente. Il MoVimento può certo trarre ispirazione dalla parabola di Meloni e dei suoi fratelli. Ma, seppure ci credi, si tratta di lungo periodo. E di un enorme lavoro da fare. A dichiararsi progressista, rispetto a questo scenario, c’è da guadagnare. Forse non in coerenza, certo in rilevanza. L’opposizione ha bisogno dei voti dei 5 Stelle per dare concretezza a un’alternativa alla destra. E il suo partito guida, con Schlein segretaria, vuole testardamente tenerli nel perimetro del campo largo. Il terreno per battaglie comuni sembra, in atto e in potenza, piuttosto ampio. Il MoVimento troverebbe una casa, il PD dovrebbe provare a tenerla in ordine. E anche qui c'è molto lavoro da fare.