Se si è in vena di paragoni arditi, uno può dire che il Partito Democratico americano è una specie di campo largo, di lunghissima storia e comprovata esperienza. Tutto ciò che si pone sul fronte politico a sinistra dei repubblicani è etichettato come democratico, o quasi. Pure quegli embrioni di socialismo che di più gli americani non tollerano, presenti nel programma del nuovo eletto sindaco di New York, sono già da tempo, una parte importante del bagaglio di idee dei Dem d'oltreoceano. La madrina e il padrino di Zohran Mamdani sono Alexandria Ocasio Cortez e Bernie Sanders, due che nel partito militano da una vita, lei e da quasi due, lui, quasi sempre, questi due hanno fatto battaglie e speso parole considerate radicali anche dalla loro parte politica, che non li ha espulsi, ma ha spesso dato l'impressione di tollerarli a malapena. La convinzione è sempre la stessa, nelle democrazie liberali e gli Stati Uniti ne sono forse l'esempio di riferimento, almeno finora, si vince convincendo i moderati, la classe media, il centro. Se questo sia vero, oggi ci si interroga, il dibattito è più che mai vivo anche dalle nostre parti, anche e soprattutto appunto nel campo largo e nel PD, in particolare, che periodicamente vede i cosiddetti liberal moderati, al suo interno attaccare la linea troppo radicale della segretaria, troppo radicale per vincere, secondo la convinzione su esposta. Eppure, anche prendendo solo l'esempio americano e quello italiano si direbbe il contrario. Da noi Fratelli d'Italia ha compiuto il miracolo di passare da partito di testimonianza residuale, di nicchia, a primo partito proprio grazie alla radicalità, quella dell'immagine della sua leader, oggi Presidente del Consiglio, del messaggio di opposizione, anche questa radicale ai governi precedenti, delle modalità di comunicazione aggressive, divisive, polarizzanti, e dell'esperienza americana, del trumpismo, è quasi inutile dire. Tutto ciò che possiamo attribuire al Presidente è radicale. Vuol dire che i moderati non ci sono? Non contano? Certo che ci sono e contano, ma l'impressione è che il mondo dove ci troviamo a vivere oggi è un luogo dove le parole non radicali, moderate, dialoganti non risuonano, sono assorbite, non si sentono, sono il rumore esterno che gli auricolari per gli smartphone eliminano con grande efficacia. E per questo qualcuno a New York ha pensato che per attrarre chi radicale non è, bisogna dire qualcosa che almeno arrivi alle orecchie, e se l'impressione è giusta, parole moderate non arriverebbero nemmeno ai moderati, non si sentono e quindi non possono generare consenso. La tendenza pare questa, se faccia il mondo migliore, difficile dire, ma sembra di no. .























