Un futuro per lo più oscuro e comunque complicato a attende l'autonomia regionale differenziata. Forse a questa affermazione non era neppure necessario il pronunciamento della Corte di Cassazione che ha ritenuto legittimo il quesito referendario che quella riforma intende abolire. Già una manciata di giorni fa senza ricorrere alla democrazia diretta e su sollecito delle regioni Puglia, Campania, Toscana e Sardegna la consulta aveva smembrato il testo della riforma giudicando incostituzionali alcun i suoi punti qualificanti, obbligando la politica la maggioranza il governo in particolare a riconsiderare e riscrivere il testo per sottoporlo a una rivalutazione del Parlamento che si annuncia comunque complicata. Adesso per quanto ci sia incertezza sull'ammissibilità di un referendum su una legge che sostanzialmente già non esiste più, anche su questo decideranno i giudici costituzionali, se alla fine il quesito passerà anche l'ultimo esame, sarà sottoposto al giudizio degli elettori sarà sostanzialmente un giudizio non tanto sul sesto ma sull'istituto dell'autonomia differenziata nella sua sostanza si direbbe nella sua filosofia nella sua visione di riorganizzazione dello Stato è difficile dire se la Consulta bloccherà il quesito solo perché ci sono lavori parlamentari in corso per cambiare la legge. Ad occhio e croce si direbbe di no perché in linea teorica i lavori potrebbero tornare utili per presentare una legge nuova e pienamente costituzionale, ma certo se il referendum alla fine si celebrasse e decidesse per l'abrogazione sarà difficile per questo governo, per la maggioranza non poi così coesa, ma pure per la Lega tornare sull'argomento almeno in questa legislatura. Poi ognuno capisce quanto sia difficile che un referendum abrogativo in questo paese, in questo momento serva allo scopo, il quorum richiesto è appena sotto l'affluenza media alle urne di tutte le ultime consultazioni ci sarebbe da affrontare il problema perché così l'unico strumento di democrazia diretta inserito nella nostra Costituzione è di fatto inservibile, ma non sembra la principale preoccupazione della nostra politica.