Bisogna andarci cauti, e molto. Pure chi nella vita ha letto o visto al cinema solo Spider-man e poco altro, lo sa. A un grande potere corrisponde una grande responsabilità. Capita che il potere arrivi, grande, per elezione, per cooptazione, per finta elezioni o altro, a chi non ha responsabilità e non se la può dare. Un po' come il coraggio per Don Abbondio, se qualcuno ricorda. E capita in questi ultimi giorni che persone che di potere ne hanno tanto e pure esperienza, che il potere fa uomini di mondo dopo un po', dicano cose molto pericolose. Per il loro contenuto e per il tempo in cui sono pronunciate. Il Presidente della Repubblica francese, che va ricordato è l'unica potenza nucleare nell'Unione Europea dopo la brexit, dice che sarebbe propenso a mandare uomini a difendere Kiev. Stoltenberg, Segretario generale della NATO a fine mandato, dice che non sarebbe male che i paesi dell'alleanza che hanno dato armi all'Ucraina per la sua difesa autorizzassero il loro uso verso il territorio Russo. E poi chiarisce , certo che sarebbero i singoli paesi a decidere e non la NATO, ma intanto già a Mosca hanno detto che se così fosse sarebbe iniziata la terza guerra mondiale. Sarebbe interessante sapere cosa direbbe intelligenza, unita a una responsabilità, artificiale al loro posto. L'Italia mantiene un atteggiamento cauto, Giorgia Meloni ha fatto strada nei contesti internazionali con il suo atlantismo convinto, e per molti non scontato, unito a un certo europeismo che si fa via via più critico all'avvicinarsi della scadenza elettorale. E però bisogna riconoscere che dopo le parole di Macron, essere europeisti è più complicato, e dopo Stoltenberg ancora più complicato è dirsi ed essere atlantisti senza se e senza ma. Il panorama non sembra destinato a migliorare. Ognuno di noi spera, ma perché dovrebbe migliorare se da 2 anni non fa che diventare più pericoloso. E poi già, c'è il Medioriente. Guido Crosetto a Sky Tg24 ha usato parole chiare, testualmente: "Tutti gli stati sono concordi che su Rafah, Israele doveva fermarsi. Non siamo stati ascoltati e ora guardiamo con disperazione la situazione.", e aggiunge, "Hamas è un conto, il popolo palestinese è un altro." E poi chiarisce Crosetto che le critiche sono il primo dovere di un Paese amico. Difficile dire se il Ministro italiano abbia un grande potere, ma in quelle parole c'è responsabilità.























