Con i suoi 40 anni, appena suonati, la Lega è il più longevo dei partiti italiani. Quasi nessuno, anche tra chi aveva capacità superiori alla media di intendere le cose politiche, negli anni '80 e '90, lo avrebbe mai detto. Sembrava un fenomeno sulfureo, abbagliante, circoscritto territorialmente e inevitabilmente di breve durata. È stato tutto questo e il suo contrario: moderato, costante, nazionale e di lunga durata. Il suo futuro è al momento incerto e discusso, tanto è cangiante la sua storia. Da costola della Sinistra, definizione di Massimo D'Alema, interessante ma interessata, ad alleata dei neonazisti tedeschi e quasi agnostica sulla Russia di Putin. Il cambiamento è stato soprattutto la cifra della leadership di Matteo Salvini. Lega Nord e Lega Nazionale. Governo di centro-destra, governo giallo-verde, governo Draghi. 15%, 40%, 8% un po' di smarrimento è giustificato. La Lega Nord può tornare, ma chi teneva a quel progetto non lo riconosce. La lega Nazionale è piccola cosa, l'ebbrezza di essere il primo partito italiano è durata lo spazio di un'estate in cui sono successe troppe cose, anche per un Paese da qualche tempo abituato a bruciare le strade del consenso come fossero amori estivi, appunto. E quindi, per la prima volta dopo molto tempo, i 40 anni pongono pure un problema di leadership. Salvini lo sa, la Lega non è un monolite. Poteva diventarlo, se la stagione del Papeete e dell'innamoramento estivo non si fosse esaurita, troppo presto. E invece è tornata in voga la Lega dei buoni amministratori locali, le eccellenze del Nord, la cui punta di diamante è e resta Luca Zaia. Vogliono autonomia territoriale ed economica, gli va bene una Lega concentrata lì, che usa Roma, e magari Bruxelles, come uno strumento e mai come un obiettivo. Delle due Leghe, è questa che si sente, alla boa dei 40 anni, in credito. E l'altra, che tiene molto sia a Roma che a Bruxelles, sa che rompere con il progetto e gli uomini che ha disseminato sul territorio sarebbe un suicidio. Salviniani da una parte, bossiani dall'altra. Suona semplicistico, ma potrebbe anche essere esattamente così semplice. La vita non finisce a 40 anni ed è piena di sorprese.