Se quella della politica estera è una partita, Meloni ha avuto la sua rivincita dopo ultime fasi nelle quali di certo non aveva condotto il gioco. Avevamo detto che il governo italiano poteva in qualche modo giovarsi della nuova diplomazia vaticana, all'ombra o alla luce di quello che è avvenuto a San Pietro, Palazzo Chigi, ha lavorato per ritagliarsi uno spazio che sembrava negato. In politica nulla è per sempre e quello spazio Meloni se l'è riconquistato con due fatti importanti e non scontati. La telefonata con Trump, dopo l'assenza al vertice con i cosiddetti Volenterosi, il tavolo a Palazzo Chigi con Vance e Von der Leyen, non sarà il primo incontro tra i due, ma certo è il più disteso e promettente. E così Meloni torna in gioco sulla questione Ucraina, peraltro avendo chiarito, anche e soprattutto a uso della sua Maggioranza, che le possibilità che l'Italia invii truppe su quel fronte sono pari a 0, e si ripropone poi nel ruolo di pontiere tra Europa e Stati Uniti, dopo giorni, diciamo, di appannamento. Ulteriore vantaggio per la Premier da qualche tempo a questa parte, i toni meno sfidanti del suo vice Salvini anche e soprattutto sulla politica estera. E poi il risultato delle elezioni in Romania ha dato alla Premier un'ulteriore possibilità di dimostrare abilità nel non mettere da parte le simpatie politiche per il perdente, ma nello stesso tempo, essere prontamente istituzionale nelle congratulazioni al vincitore. Dall'altra parte, in queste circostanze la politica estera pone alle Opposizioni problemi maggiori di quanto potevano aspettarsi. tre, in particolare. Il primo, il governo è oggettivamente avvantaggiato dal punto di vista mediatico per la prevalenza della politica estera sugli altri temi ed è molto difficile spostare il fascio di luce verso Sinistra. Il secondo, se pure la luce si sposta, è facile vedere le divisioni profonde all'interno dell'Opposizione sugli stessi argomenti, e il terzo deriva strettamente dal secondo. Anche a fronte di critiche sensate, quelle divisioni fanno in modo che le proposte alternative siano quasi inevitabilmente poco credibili. .