Cosa è successo? È successo che il Governo è forte, Giorgia Meloni di più, la Lega meno, Forza Italia si trova comoda nel ruolo del PPE italiano. Vive, e piuttosto bene. Si prevede navigazione tranquilla. Forse più tranquilla di prima. Attenzione però al premierato e al successivo referendum. Sembra inevitabile ma se si traducono i voti delle europee in sì e no, il Governo corre rischi importanti. Meglio non avere fretta e celebrarlo, semmai, a fine legislatura. Per le autonomie, il problema è tutto parlamentare, quindi nessun problema di voti. Semmai, anche qui, di tempi. A Salvini servono brevi per non deludere ancora l’elettorato del Nord. Che conta per il Carroccio, anche se la Lega, pure con Vannacci, è sempre più nazionale e, pare di capire, nazionalista. Ancora, cosa è successo. È successo che il lungo calvario della testardamente unitaria Schlein è stata un’esperienza utile. L’unitaria testardaggine l’ha applicata alle liste del suo PD. Ha fatto spazio a personaggi e intelligenze diverse che per una volta non si sono annullate, ma sommate. È la missione del PD fin dall’origine, stavolta compiuta. Pochi frutti invece per la testardaggine nei distinguo di Giuseppe Conte e del MoVimento. Bisognerà capire, di fronte a numeri deludenti, se è stata troppa o troppo poca. I distinguo di Verdi e Sinistra sono stati evidentemente della misura giusta, il balzo in avanti importante. L’opposizione se esiste, non ha più due leader ma una: si chiama Elly, è cresciuta e può continuare a farlo. Renzi e Calenda sono nell’opposizione? Intanto c’è un problema di sopravvivenza di due progetti politici che, in questo caso sì, si annullano a vicenda. Alla morte di Berlusconi, giusto un anno fa in queste ore, quei due puntavano ai voti di Forza Italia. Oggi, semmai, è Tajani che punta ai loro. Ultima notazione. Ogni volta, ma proprio ogni volta, a ridosso di elezioni, nelle parole di molti, la giustizia diventa a orologeria. I risultati di Genova e Bari sembrano dire che la bomba ha fatto cilecca.























