Raccogliamo un po' di elementi che aiutino a capire quale posto vuole avere l'Italia di Giorgia Meloni in Europa. Erano disseminati, come le briciole di Pollicino, nella conferenza stampa di fine anno e forse le dimensioni monstre dell'evento non hanno aiutato a metterli nella giusta rilevanza. Ecco le briciole apparse più qualificati secondo noi, sul MES, il fondo salva stati, che non deve essere forziere pieno di soldi che nessuno intende utilizzare, lasciano intendere che il problema non è la ratifica da parte dell'Italia, ma a che cosa devono servire quei fondi e sotto quali condizioni gli stati membri e contributori possono usarli. Su Christine Lagarde e sulla BCE, che ha fatto scelte peggiorative e le ha comunicate male. Su come l'Europa disciplina le politiche economiche, per esempio gli aiuti di stato, nella narrazione di meloni sono indispensabili per non soccombere alla concorrenza di Stati Uniti e Cina, bisogna poi cambiare radicalmente la catena di approvvigionamento Europea su energia e materie prime. Infine, no all'Europa federale, sì a una confederazione che produce leggi su pochi grandi argomenti e si dota pure di un esercito comune, non alternativo a quello della NATO. Insomma, un sacco di cose. La sintesi sembra questa: sovranismo Nazionale come regola, super sovranismo europeo su alcuni grandi argomenti, dove da soli non ce la facciamo a raggiungere gli obiettivi. L'Europa Insomma come strumento soprattutto economico e comunque sempre sussidiario e non più come idea di comunità alla quale tendere. Non sono idee particolarmente nuove, ma per camminare ci vogliono comunque degli alleati. Mario Draghi, partendo da posizioni molto diverse, aveva provato a trovare un posto all'Italia tra Germania e Francia, uno strapuntino magari scomodo, ma che regalava la sensazione di stare nel gruppo di testa. In realtà lo strapuntino non era solo scomodo ma pure di breve durata, Parigi e Berlino hanno ricominciato presto a escludere Roma dei loro bilaterali che tali sono rimasti. E ora? E ora il compito difficile, il comune sentire con Grecia e Malta sulla questione migranti e poca cosa anche come base di partenza, la scelta è se tentare di convincere Francia e Germania ad essere in tre invece che in due, oppure essere capofila di qualcosa che ancora non c'è. Occhio e croce, ci vuole tempo.























