La situazione in Ucraina resta un grande punto interrogativo. È difficile pensare che quello a cui assistiamo, una guerra d’aggressione in cui per ora non vince nessuno e che può ancora durare a lungo, sia un punto di equilibrio. Una situazione cioè, che se nulla interviene dall’esterno, rimane quella che è. A ben vedere qui tutto si può definire un intervento dall’esterno. L’invasione russa lo è rispetto al territorio ucraino. Gli aiuti dell’Occidente lo sono rispetto alle possibilità di resistenza di Kiev. Il Parlamento nostro ha votato, più o meno allo stesso modo di qualche mese fa, i nuovi aiuti a Kiev. Il Governo e il Presidente del Consiglio sono stati fin dall’inizio chiari e coerenti. E però più passa il tempo e più la sensazione di un disequilibrio, di una situazione non destinata a durare si fa diffusa. Non foss’altro perché il tempo di una soluzione resta indeterminato, ma le risorse sono, restano limitate. A un certo punto, le opinioni pubbliche difficilmente saranno a favore di ulteriori spese. La questione tutta interna delle presunte divisioni dell’opposizione sull’ultimo voto parlamentare non sembra cogliere il punto. Lo riduce a chi sia più o meno filo ucraino, ma non dice nulla su come risolvere il disequilibrio, appunto. Forse il come è, ancora per ora, inconfessabile alle opinioni pubbliche. E cioè che se vogliamo continuare a trattare la guerra in Ucraina come una guerra nostra, dovremo essere disposti a farla la guerra. Perché è imprevedibile che Putin si fermi e che gli ucraini resistano a tempo, come si diceva, assolutamente indeterminato. Guido Crosetto ha, pur se in maniera molto cauta, tenuto conto di questo, riferendo in parlamento: la geografia politica è diversa rispetto a 12 mesi fa, ha detto. E sembra un invito ad adeguare le azioni alla nuova realtà. A complicare il quadro, da tenere bene in mente, le elezioni negli Stati Uniti, forse ancor più di quelle in Europa. Se Trump vincesse, il concetto di euroatlantismo, probabilmente, andrà profondamente rivisto. Ed è difficile che la revisione aiuti la resistenza ucraina. Post Scriptum. L’agenzia umanitaria Oxfam rende noto che il tasso di mortalità giornaliero della guerra a Gaza è il più alto di qualsiasi altro conflitto di questo secolo. A proposito di disequilibri.