Forse non c'è la militanza politica, quella dalla quale lei stessa dice di tenersi distante, sempre e in qualsiasi forma. Ma l'intervista rilasciata al Foglio è politica in purezza. Anzi una specie di manifesto di ciò che una democrazia liberale deve essere. Di quali sono i valori dell'Occidente. Perché devono essere sottratti alla logica del pendolo e quindi degli opposti estremismi. Del senso di smarrimento che provocano i gesti e le parole del nuovo capo della prima democrazia, di quello che una volta chiamavamo, forse con enfasi eccessiva, il mondo libero, e cioè Donald Trump. Allora si può, da quella intervista, dedurre che Marina Berlusconi è una imprenditrice ed editrice intelligente e pienamente consapevole del tempo in cui vive, liberale un po' come lo sono tutti gli imprenditori, cittadina attiva del paese dove è nata, lavora e che ama, se è permessa la citazione. Oppure si può prendere quell'intervista come la riscrittura, che non nega ma aggiorna la precedente, del manifesto dei valori della forza politica che il papà Silvio creò dal nulla e che doveva proprio colmare il vuoto che nella nostra democrazia esisteva rispetto a uno spazio politico che fosse tendenzialmente conservatore ma soprattutto liberale, forse libertario, certo occidentale nel senso più ampio del termine. Una mission, colmare quel vuoto, che forse Marina percepisce incompiuta. E chissà che papà Silvio non la pensasse in fondo allo stesso modo. Se si sposa la seconda ipotesi, quella del rinnovato manifesto, va notato che tutto sommato la Forza Italia che ha preso forma dalla presidenza Tajani, non è così distante dalla visione di Marina, anzi. Ed è viceversa, sempre più spesso equidistante rispetto agli amici della maggioranza di governo, Fratelli d'Italia, e soprattutto la Lega. C'è spazio di crescita rispetto al consenso elettorale? Eh, può darsi. Può darsi che il mondo instabile intorno spinga a preferire un luogo più conosciuto. Non c'è Silvio e quindi non c'è l'innamoramento del paese per lui. Però non ci sono nemmeno i suoi affari personali che hanno spesso frenato fino al fallimento il progetto del partito liberale di massa. Lui riuscì a riunire la destra. L'obiettivo di Marina e Antonio Tajani potrebbe essere darle un nuovo equilibrio. Che a condurre l'impresa possa essere qualcuno che porta il nome di Berlusconi resta, nonostante le smentite, un punto interrogativo. .