Attenzione a considerare le dimissioni di Letizia Moratti una piccola cosa, non lo è per vari motivi. Innanzitutto perché quello che succede in Lombardia non può essere una piccola cosa per l'Italia poi perchè succede nel Centro-Destra, in un territorio che, si può dire, è stato la "Culla" di quella coalizione. E poi perché anche un'innocua palla di neve, può diventare rapidamente una valanga in determinate condizioni ambientali. Sta già succedendo a ben vedere Moratti è già diventata, e lo dico con tutto il rispetto per lei e per la metafora, un calciatore molto forte e svincolato. Il mercato in questi casi si scatena. Potenzialmente Moratti può cambiare gli equilibri anche quelli da poco vincenti. Infatti le sue dimissioni sono state salutate con grande favore da chi già in questa legislatura, quegli equilibri si è dato l'obiettivo di cambiarli, per contare di più. E' il caso, l'avrete capito, del Terzo Polo, Calenda e soprattutto Renzi, non hanno fatto mistero di puntare all'elettorato attuale e passato di Forza Italia, e uno degli strumenti per conquistarlo è portarsi a casa illustri esponenti di quel partito. Impossibile non considerare Letizia Moratti una di questi, allora la situazione è quella tipica in cui Matteo Renzi si trova spesso perché è abilissimo a costruirle. Gli inglesi la chiamano "win-win", e cioè: "Comunque vada io vinco". Offrono un tetto a Moratti e magari la candidatura alla Presidenza della Lombardia, alimento lo smottamento di Forza Italia e contemporaneamente metto sulla graticola il PD, che per le regionali nel Lazio sembra pronto a riavvicinarsi ai 5 Stelle. Ma poi senza il Terzo Polo, "Moratti munito", in Lombardia perde. Passa il tempo, la graticola si arroventa e Renzi si gode lo spettacolo. Certo che a scottarsi, in caso, sarà qualcun altro. La guida sarà aggiornata nelle prossime ore, a presto.























