I prossimi 5 anni saranno fondamentali per la Toscana, per il suo modello sociale e la sua economia che prova a tenere insieme sviluppo, solidarietà e sicurezza, in uno scenario nuovo. Sì, perché se si parla di over tourism, quindi di sovraffollamento dei turisti, è grazie ai residenti che il sistema si regge, e quelli sono sempre di meno. Secondo i dati dell'INPS relativi al 2024, gli abitanti della regione diminuiscono: 8.324 in meno rispetto all'anno precedente. E i pensionati sfiorano il milione, circa un quarto del totale. Numeri attesi e decisamente preoccupanti se si considera il tasso di fecondità, decisamente basso, all'1,1%. "Il dato più preoccupante è la crescita rapida degli anziani. Dipende dal fatto che ci sono troppo poche nascite e non sufficienti immigrazioni. L'insieme di questo crea una popolazione più anziana, che pesa sugli ospedali e sul sistema previdenziale. La denatalità non è facile da combattere. In Italia il migliore esempio è quello del Trentino Alto Adige". "E come possiamo imitare l'Alto Adige?" "Molti servizi alle famiglie sul territorio: vuol dire asili, vuol dire flessibilità dell'orario di lavoro, vuol dire sistemi di trasporti efficienti, vuol dire spazi verdi. Tutte cose facili a dirsi ma molto costose e difficili da attuare in pratica". Il punto è come si finanzia un welfare così oneroso. Tra gli indicatori positivi l'aumento del tasso di occupazione, passato dal 69,3% del 2023 al 70,9% del 2024, a fronte di un calo sia del tasso di disoccupazione sia del tasso di inattività. Qui la produzione industriale è in calo da tempo, con un risultato in media inferiore al dato nazionale. La crisi è strutturale, perché al centro ci sono le piccole e medie imprese e il settore manifatturiero. La stagione dei dazi è una vera insidia per l'industria toscana, che esporta verso gli Stati Uniti il 16%. Marco Buti è nel gruppo di economisti che ha presentato il manifesto per la reindustrializzazione. "La manifattura è stata alla base del successo dell'economia toscana nei decenni passati. Noi vediamo però adesso un progressivo spostamento verso settori a bassi salari e bassa produttività. C'è una domanda ed un'offerta di lavoro che si incontrano, ma si incontrano in un equilibrio che definiamo nel manifesto cattivo e che non è un buon auspicio per lo sviluppo futuro della crescita in Toscana". Ma di buono ovviamente c'è tanto altro, in una regione ricca di storia, cultura e bellezza, che ha l'ambizione di cercare un modello di sviluppo coeso e sostenibile.























