Il sistema elettorale detto Rosatellum, con cui si andrà al voto il 25 settembre, è un misto fra maggioritario e proporzionale: poco più di un terzo dei seggi, verrà attribuito con l'uninominale, quindi sistema maggioritario, dove il primo arrivato viene eletto, mentre i restanti quasi 2 terzi attraverso il corto listino bloccato di candidati al proporzionale. C'è poi un complesso e in parte imprevedibile sistema di ripartizione dei seggi proporzionali che vengono distribuiti nelle Circoscrizioni locali, partendo dal voto preso a livello nazionale. Proprio il combinato disposto di queste caratteristiche, compresa la riduzione dei parlamentari portati a 400 deputati e 200 senatori dalla riforma costituzionale, che non è stata seguita da una riforma elettorale, è in grado di consegnare una maggioranza molto forte di seggi alla coalizione che risulterà vincitrice delle elezioni, ben oltre la percentuale di voti presa. Questo sistema elettorale, che oggi tutti criticano, è stato varato nel 2017 con i voti di PD, Forza Italia, Lega, Alternativa Popolare e altre formazioni minori, mentre 5 Stelle, Fratelli d'Italia, la Sinistra del Movimento Democratico Progressista e altri, si sono schierati contro. Nel PD c'era chi puntava a conquistare così un ottimo risultato, ma le elezioni del 2018 videro il boom dei 5 Stelle e invece un magro bottino per i Democratici, se si guardano i risultati nell'uninominale alla Camera. Vediamo meglio come funziona la legge. Sulla scheda ci sono i candidati per il collegio uninominale e accanto una lista corta di candidati collegati, per la parte proporzionale. Con un segno sul candidato all'uninominale, il voto viene automaticamente conteggiato, proporzionalmente, anche sui partiti della coalizione. Se si fa invece la croce sul simbolo di uno dei partiti, il voto vale anche per il candidato uninominale collegato. Quindi, non è possibile il voto disgiunto. Lo sbarramento è del 3% su base nazionale per ogni lista singola, del 10% per le coalizioni, ma se al loro interno ci sono partiti che hanno preso fra l'1 e il 3%, quei voti si riversano pro quota sugli altri coalizzati che hanno superato il 3%.























