Liberazione, le celebrazioni e le polemiche politiche

25 apr 2019
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“Un secondo Risorgimento è qualcosa che interessate riscritture della storia non possono mettere in discussione”. Le parole del Capo dello Stato sul 25 Aprile sono nette e dopo aver aperto le celebrazioni a piazza Venezia, all'Altare della Patria circondato da alte istituzioni e vertici delle forze armate e di sicurezza, quello che aggiunge al Sacrario di Vittorio Veneto, dove vola subito dopo, è altrettanto chiaro. Si tratta del dovere morale e civile della memoria, memoria degli eventi decisivi della nostra storia recente che compongono l'identità della nostra Nazione da cui non si può prescindere per il futuro. Per il Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati il 25 Aprile rappresenta l'orgoglio di un popolo che, ribellandosi contro i totalitarismi, ha trovato la forza di farsi Nazione. Anche stavolta comunque non sono mancate le polemiche, ma a quelle consuete fra chi la rivendica come una festa delle sinistre, chi ricorda come a combattere furono invece anche gli anticomunisti, chi trova che sottolineare le divisioni di allora non faccia bene alla pacificazione, si aggiunge la scelta del Ministro dell'Interno Salvini di andare a Corleone a parlare di lotta alla mafia. “Felice di essere qui a celebrare una giornata che deve essere di unione nel ricordo di migliaia di italiani che hanno dato la vita per liberare il Paese e che approverebbero la nostra volontà oggi di liberare l'Italia dal nuovo invasore che sono le mafie”, ha detto Salvini. Non condivide la scelta del Vicepremier il Presidente della Camera Fico, a Napoli con l'Associazione Partigiani. È la festa dove… in cui tutti ci dobbiamo riconoscere perché è la festa della liberazione dell'Italia dal nazifascismo. La lotta alla mafia si fa ogni giorno. Il 25 Aprile si festeggia il 25 Aprile. “Oggi è giorno di festa e non di polemica”, ha tagliato corto dal Sacrario delle Fosse Ardeatine il Presidente del Consiglio Conte. A marcare la distanza da Salvini c'è anche però l'altro vicepremier Di Maio che dice: “La parola d'ordine deve essere unione e a dividere è chi non vuole festeggiare cosa il 25 Aprile rappresenta”.

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