La Procura generale libica ha ordinato la carcerazione del generale ed ex capo della polizia giudiziaria del paese al-Masri e il suo rinvio a giudizio per tortura di detenuti e morte di uno di loro. E quando già da ore le opposizioni sono impegnate ad attaccare informazione compatta all'esecutivo, parlando di clamorosa figuraccia internazionale, visto che l'Italia l'aveva a gennaio rispedito in patria con aereo di Stato anziché arrestarlo, Palazzo Chigi fa filtrare la sua spiegazione. Fin da subito il governo sapeva del mandato di cattura libico a carico di Al-Masri, arrivato quasi contestualmente alla richiesta di arresto della Corte penale internazionale. È questa una delle principali ragioni per cui l'ha fatto rimpatriare. Cosa facilmente riscontrabile, aggiungono le fonti di governo, che quindi definiscono singolari le reazioni delle opposizioni. La vera novità è il cambiamento avvenuto in Libia dopo gli scontri armati di maggio e il conseguente indebolimento delle forze Rada di cui Al Masri è esponente di spicco, spiegano sempre le fonti di governo. Motivo per cui, oggi è stato materialmente possibile il fermo. Ben lontane dal ritenere soddisfacente la spiegazione di Palazzo Chigi, le opposizioni la bollano, anzi come ridicola. Dal PD Elly Schlein aveva già definito vergognosa la figura internazionale per cui il governo avrebbe dovuto chiedere scusa agli italiani. Secondo Giuseppe Conte per questa vicenda, l'intero esecutivo dovrebbe dimettersi di botto. Viene rilanciata la richiesta che il governo torni in Parlamento a riferire sul caso.























