Beppe Grillo giura di aver parlato con il cuore in mano, ma Giuseppe Conte lo accusa di mentire, fa sapere che con o senza di lui, andrà avanti. Lo scontro tra il fondatore e chi si è proposto come leader politico del nuovo corso a Cinque Stelle, non conosce tregua. Dopo averlo silurato sul suo blog, Beppe Grillo affida ad un video la sua narrazione, su come sono andate le cose nel rapporto con l'ex Premier. Il tono è accorato, ma la sostanza sembra la stessa: non è adatto a ricoprire quel ruolo. La chiave sta nello Statuto, per il garante è cucito su misura per un uomo solo al comando. Mi è arrivata la famosa bozza ed era una roba in cui si metteva al centro lui. Il fondatore respinge l'etichetta di padre padrone del Movimento. "Io sono il papà del Movimento, sono il papà col cuore e ho fatto delle cose con chi oggi mi sta disprezzando, ho fatto delle cose straordinarie che io non rinnego". Grillo assicura di aver reclamato solo una cosa per sé: ho solo chiesto la garanzia di avere le condizioni e la struttura del garante, identica allo Statuto che c'è adesso. Il comico genovese aveva intimato a Vito Crimi, di autorizzare entro e non oltre le prossime 24 ore, la piattaforma Rousseau, al trattamento dei dati. Conte non ci sta a passare per quello che vuole fare il monarca dei Cinque Stelle e sfida pubblicamente il fondatore. "Questo progetto politico, evidentemente non lo voglio tenere nel cassetto, perché non può essere la contrarietà di una singola persona, a fermare questa proposta politica che ritengo ambiziosa, utile anche per il Paese". Nelle ultime ore si sono riuniti i gruppi parlamentari, perché sembra già partita la conta: chi sta con Grillo e chi sta con Conte. Con il pallottoliere della scissione dei gruppi contiani, che potrebbe scattare a breve, con un big come Luigi Di Maio che assicura di stare lavorando per unire, mentre Paola Taverna esorta a votare lo Statuto messo a punto da Conte. Il Ministro Stefano Patuanelli esprime il suo sostegno incondizionato a Crimi, mentre Stefano Buffagni chiede ai due litiganti responsabilità, in vista dell'elezione del nuovo Presidente della Repubblica.