I 5 stelle cambiano passo in modo clamoroso, viste le premesse fondanti del Movimento e lasciano da parte due delle loro regole chiave: quella del no al doppio mandato e quella del no alle alleanze. Hanno votato poco meno di 50.000 iscritti e nel primo caso l' 80% ha dato il via libera alle porte aperte alle ricandidature, come quella a Roma di Virginia Raggi. Nel secondo caso, meno entusiasmo per il sì alle alleanze, come quella col PD, fortemente voluta da Grillo. L'ok è arrivato dal 60% dei votanti immediato gli in bocca al lupo al sindaco di Roma da parte di Luigi di Maio, che ha aggiunto "da oggi inizia una nuova era per il Movimento 5 Stelle". Lo pensa sicuramente anche il segretario del PD Zingaretti che, seppure ribadisca l'intenzione di non sostenere la Raggi, sulle porte aperte alla futura alleanza coi 5 stelle nei territori non nasconde la soddisfazione, definendo positivo il voto degli iscritti, "si governa da alleati non da avversari" specifica. Tra i 5 Stelle più duri e puri, restano i malumori, come quelli già espressi da Buffagni e Barbara Lezzi su modifiche così sostanziali alla linea del Movimento finora. Ma arrivano anche le prime proteste dai territori. Il candidato alle regionali nelle Marche Mercorelli, per esempio, si chiama fuori e dice: "nel caso di un accordo col PD lo farebbero senza di me".