Rush finale per la legge di bilancio in Parlamento. Dopo una serie di stop and go di sedute sospese e poi riprese e poi nuovamente interrotte, il Governo in serata pone la questione di fiducia alla Camera per blindare il passaggio a Montecitorio. I tempi sono strettissimi, nelle prossime ore il voto e sabato il via libera definitivo, quindi il testo passerà al Senato per l'approvazione finale che dovrà avvenire entro il 31 dicembre se l'esecutivo vuole evitare l'esercizio provvisorio. La discussione generale sul provvedimento inizia in mattinata, il primo slittamento nel pomeriggio con il rinvio in Commissione quando arriva il parere della ragioneria, che chiede lo stralcio della contestata norma approvata per errore che stanziava 450 milioni in favore dei Comuni, avanzata dal Pd la misura però non aveva le coperture. La ragioneria chiede 44 correzioni in tutto, tra queste anche le norme sulla Carta giovani e sullo Smart Working. Una situazione incerta e instabile che per tutta la giornata contribuisce ad alimentare le polemiche tra maggioranza e opposizione, in Commissione il centrosinistra, alla fine, abbandona lavori. "Nessun Governo ha mai trattato il Parlamento così" tuona Enrico Letta, "Si gioca sulla pelle di tutti i cittadini" accusa Giuseppe Conte. All'ora di cena il testo torna in aula ad attenderlo la richiesta di fiducia da parte del Governo. La Meloni difende la prima manovra del suo esecutivo e ribadisce la necessità di varare un Reddito di cittadinanza per i non occupabili, per gli over 60 e per chi ha minori a carico, per soli sette mesi nel 2023 e con l'obbligo di accettare un'eventuale offerta di lavoro, e aggiunge: "Perché lo Stato non può pagare il lavoro dei sogni" e assicura, "Finché io conto qualcosa, che l'Italia non acceda al Mes, lo posso firmare con il sangue".























