La protesta monta come sempre alla vigilia della discussione in Parlamento. Indignati, i sindacati annunciano uno sciopero generale contro la manovra all'esame. Non tutti, anche in questo caso come sempre. CGIL e UIL danno appuntamento a venerdì 29 novembre per un'astensione dal lavoro di 8 ore, in disaccordo con la CISL. Si tratterebbe del loro quarto sciopero congiunto, uno contro la manovra dell'esecutivo Draghi, gli altri tre in polemica con le legge di bilancio del Governo Meloni. L'ultima definita inadeguata, ingiusta e pericolosa. I segretari generali di CGIL e UIL, Landini e Bombardieri, saranno ricevuti a Palazzo Chigi martedì 5 novembre e, considerando che il 7 ci sarà l'audizione del Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, i margini per apportare modifiche sono strettissimi: "Ci hanno convocati a giochi fatti", hanno lamentato i due leader confederali, "con la manovra già consegnata alle Camere. Noi chiediamo cambiamenti profondi e radicali, non piccoli aggiustamenti. Abbiamo proposte molto precise e se il governo dovesse venirci incontro siamo pronti a ritirare lo sciopero". "Dinnanzi a una manovra che taglia le tasse sul lavoro, sostiene famiglie e natalità, investe somme record nella sanità, CGIL e UIL cosa fanno? Decidono di convocare lo sciopero generale, dimostrando che il loro unico interesse è l'opposizione al governo e non sostenere i lavoratori". "La Presidente Meloni sbaglia i conti con la calcolatrice, perché sa di aver ingannato gli italiani. In realtà tagliano con la manovra economica sanità, scuola, servizi sociali, trasporti, e aumentano le spese per gli armamenti di 10 miliardi di euro, e finanziano la follia del ponte sullo Stretto di Messina con 14 miliardi". Attacca l'opposizione, che nel definire la manovra un flop, lancia anche accuse piuttosto dure nei confronti del governo. Al leader dei Verdi fa eco segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che ritiene immorale la scelta di mettere i soldi per le armi e non per la sanità.