L'accordo manca ma c'è un calendario di massima. La manovra dovrebbe arrivare nell'aula di Montecitorio mercoledì alle 14.00 con l'avvio della discussione in assemblea. L'idea di porre la questione di fiducia in giornata e poi andare al voto finale venerdì 20. La conferenza dei Capigruppo non ha trovato però un'intesa sul mandato al relatore sui tempi per chiudere l'esame degli emendamenti in Commissione Bilancio, il Centro-Sinistra ha respinto la proposta del Presidente della Camera Lorenzo Fontana di concludere tutto in mattinata andando ad oltranza, e il rischio a questo punto è che il timing previsto e annunciato a Montecitorio possa saltare con il rinvio del voto finale al Senato dopo Natale. Le opposizioni compatte hanno criticato la gestione della manovra da parte della Maggioranza, definita: molto irrispettosa, e sottolineato come il Governo non abbia dato risposte su questioni come la Sanità e il Lavoro, mostrando invece un interesse spasmodico per temi poco centrali per lo sviluppo e la tenuta sociale. "Non si è trovato l'accordo e me lo aspettavo", commenta il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Ciriani: "Stiamo dando risposte alle opposizioni sulle riformulazioni e stiamo ragionando anche sulle concessioni, ma da loro arriva sempre la volontà di alzare la voce". Intanto nel faldone di emendamenti che il Governo porta in Parlamento con le correzioni alla manovra non ci sarà più quello relativo all'aumento degli stipendi per Ministri e Sottosegretari non parlamentari perché Guido Crosetto, Ministro della Difesa non eletto, ha chiesto ai relatori di ritirarlo per evitare inutili polemiche. Troveranno posto invece la Web Tax solo per le grandi aziende, l'Ires premiale per le imprese che investono e assumono, il Bonus Elettrodomestici, più investimenti al Sud e coperture dalle banche.