I numeri non erano in discussione, infatti la legge di bilancio passa in via definitiva alla Camera, senza alcun patema, come senza problemi nella prima parte della giornata passa la fiducia al Governo. Ma è proprio l'assenza di discussione sul provvedimento che più di ogni altro determina l'indirizzo politico di un esecutivo, a far arrabbiare le opposizioni fino alla convocazione, da parte di Fratelli d'Italia, di un flash mob su Piazza Montecitorio, fino ad un ostruzionismo che porta la seduta per le lunghe, pur senza cambiare in alcun modo l'esito del voto. La manovra, dunque, è legge, evita l'aumento dell'IVA per 23 miliardi, attua un limitato taglio del cuneo fiscale, incentiva l'uso delle carte di credito e di debito in chiave anti-evasione, dice stop al super ticket sulle spese sanitarie. La maggioranza difende le sue scelte. Impossibile non iniziare dalla vera e propria bomba sociale che siamo riusciti a scongiurare. Stiamo parlando dei 23 miliardi di aumento IVA che senza l'azione puntuale di questo Governo sarebbero puntualmente arrivati con una sovrattassa di quasi 600 euro in media a famiglia all'anno. L'accusa che risuona insistente tra i banchi dell'opposizione è la presenza di tante e consistenti nuove tasse, una manovra che non risolverebbe, secondo il centrodestra, nessuno dei problemi del Paese e soprattutto la sua mancata discussione. Se al Parlamento gli togliete la legge di bilancio vi comunico che la democrazia parlamentare non c'è e non c’è manco il Parlamento. Vorrei chiedere i colleghi del Pd, che lo scorso anno andarono a fare ricorso alla Consulta contro la contrazione dei tempi parlamentari, adesso conta più il Parlamento? Adesso conta la Costituzione? A fine giornata il Ministro dell'Economia Gualtieri parla di maggioranza coesa e definisce lo stop all'aumento dell'IVA un piccolo miracolo e annuncia che a gennaio partirà il tavolo con le parti sociali per le modalità di riduzione del cuneo fiscale.