Arriva il momento del deposito degli emendamenti alla manovra in Senato e, come ogni anno, sono migliaia, 4550 per l'esattezza. Si torna a parlare di assalto alla diligenza e nei fatti i partiti cercano così di riscrivere un testo già uscito fatica da Palazzo Chigi, dopo difficili trattative politiche. Comunque il corposo numero è in linea con l'andamento tradizionale, "Non c'è un exploit particolare questa volta",rassicurano del PD, partito di maggioranza che di richieste di modifica ne ha presentate, comunque, oltre 900 e che ribadisce "I nostri punti fermi sono meno tasse, e riduzione del cuneo fiscale". Quindi alcune richieste che ha presentato riguardano una rimodulazione delle cosiddette "microtasse", la plastic tax, la sugar tax e quella sulle auto aziendali, proprio le tasse attaccate dalle opposizioni e che un altro partito di maggioranza, Italia viva di Renzi, che di richieste di modifica ne ha presentate circa 250, intende invece abolire, come anche quota cento, cosa sulla quale Di Maio ha già mostrato irritazione e detto che non se ne parla. Circa 400 emendamenti arrivano dai 5 Stelle, con sconti fino a 1000 euro per chi adotta i filtri d'acqua, IVA agevolata al 10% per i profilattici e il pagamento dell'IMU da parte della Chiesa, compresi gli arretrati. Circa 150 emendamenti anche da Liberi e Uguali. In tutto, quindi, dalla stessa maggioranza si arriva alla cifra di circa duemila, pochi meno di quelli dell'opposizione, con gli oltre 900 dalla Lega, 550 da Fratelli d'Italia, più di 1100 da Forza Italia, tutti per cancellare le cosiddette microtasse e rilanciare l'economia con un punto di vista molto diverso da quello tratteggiato dal Governo con la manovra arrivata in Senato.