Pace e speranza. Nel giorno del Santo Patrono d'Italia il messaggio che parte da Assisi, questa volta, è ancora più forte. Rivolto al Paese ma anche e soprattutto all'intera Comunità Internazionale nelle celebrazioni per l'accensione della lampada votiva dei Comuni d'Italia nella Chiesa Superiore della Basilica di San Francesco. A partecipare e intervenire è il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Con lui il Cardinale Matteo Zuppi, Presidente della CEI, a officiare la Santa Messa. La guerra in Ucraina preoccupa e rattrista sempre più. "È urgente fermare l'escalation" il grido d'allarme che arriva dalla Chiesa. "La pace anzitutto" dice il Capo dello Stato come recita e scrive la nostra Costituzione. La pace tradita proprio nel cuore dell'Europa. Non dobbiamo arrenderci alla logica della guerra che spinge a morte e devastazione. "Non ci arrendiamo alla logica di guerra che consuma la ragione e la vita delle persone e spinge a intollerabili crescendo di morti e devastazioni". A più di 2 anni dall'inizio della pandemia è l'Italia intera, non solo una regione come avviene di solito, a prendere parte simbolicamente all'accensione della lampada che arde ad Assisi sulla tomba di San Francesco. A farlo è il Capo dello Stato a nome di tutto il popolo italiano. Un simbolo e un gesto di gratitudine per chiunque sia stato in prima linea nei difficili anni della pandemia. Una drammatica emergenza, spiega Mattarella, che ha reso evidenti sentimenti radicati: la solidarietà, la responsabilità verso gli altri, il dovere e il senso di comunità talvolta sottovalutato e che è stato una preziosa ancora di salvataggio. La pandemia non è ancora definitivamente sconfitta. Occorrerà intelligenza collettiva e responsabilità, avverte. Il Capo dello Stato ricorda però anche l'insegnamento che arriva da Francesco e che le istituzioni hanno il dovere di rispettare. Un messaggio al di là della Fede. La coerenza dei comportamenti necessaria più delle parole che li descrivono.