Città di ferite, di divisioni e lutti, tra guerre e confini. Confini che oggi non ci sono più. Sergio Mattarella torna ancora una volta in queste terre a poche ore dalla cerimonia del Giorno del Ricordo che commemora le vittime delle foibe e la tragedia degli esuli istriani dalmati. Torna in una città simbolo, Gorizia, di quello che è stato della memoria del Paese, ma soprattutto di quello che può essere, insieme a Nova Gorica, capitale europea della cultura 2025. Una cerimonia suggestiva in piazza Transalpina, una piazza un tempo divisa in due, ora unita. Dalla memoria che resta si può imparare e rinascere. E la capitale della cultura, appunto, Go!2025, può diventare simbolo di unione e collaborazione. Segno di speranza in un continente ferito dal ritorno tragico della guerra e sfidato da impetuosi mutamenti. Simbolo della nuova Europa la libertà dove prima un muro invece chiudeva e impediva, dice il presidente Mattarella. Negli ultimi anni, molte volte il Capo dello Stato è giunto in Friuli Venezia Giulia, come nel momento storico, nel luglio del 2020 mano nella mano a Basovizza, davanti alla foiba, con l'allora amico presidente Pahor Monumento fatto oggetto nelle scorse ore di un atto vandalico. Nulla potrà far tornare indietro la storia che Slovenia e Italia stanno costruendo insieme, le parole di Mattarella. "Possono opporsi all'oscurantismo della guerra e del conflitto che si è riproposto con l'aggressione russa all'Ucraina. Essere capitale europea della cultura transfrontaliera, la prima con questa esperienza, significa avere il coraggio di essere portatori di luce e di fiducia nel futuro del mondo, dove si diffondono ombre, incertezze e paure". Con il Capo dello Stato, il ministro della Cultura Giuli, a celebrare Gorizia, Nova Gorica, città della cooperazione e della cultura. Quella cultura che unisce, che fa crescere, proprio come il confronto e il dialogo, concetto più volte ripreso da Mattarella negli ultimi tempi. In un mondo caratterizzato da crescenti tensioni e conflitti, Italia e Slovenia hanno saputo dimostrare che è possibile scegliere la via della cooperazione. .