Lascia Pechino per le ultime due tappe della missione diplomatica in Cina, le città di Hangzou e Canton. Lascia la Capitale, Sergio Mattarella, con una consapevolezza: il rispetto, l'amicizia e la volontà cinese di superare le incomprensioni legate all'uscita italiana dalla "via della seta". Un nuovo punto di partenza, per usare le parole del Presidente Xi Jinping rivolte, dice insolitamente fuori protocollo, al buon amico Mattarella. Amico di vecchia data del Popolo cinese e statista di grande reputazione, aggiunge il Primo Ministro Li Qiang. La lectio magistralis all'Università di Pechino seguito agli incontri istituzionali è stata l'occasione, però, non solo per ribadire l'amicizia che affonda le radici in una storia millenaria ma anche per guardare al futuro e segnalare ciò che va migliorato: dalla tutela della dignità e dei diritti della persona alla necessaria rimozione delle barriere cinesi ai prodotti italiani. Fino all'invito ad adoperarsi per porre fine all'aggressione russa in Ucraina. Tutto per dare corpo, sostanza e spessore a quella che di fatto per la Cina, sottolinea, è già una leadership internazionale. Rilascia un'intervista al più importante network all-news CGTN e ritorna sul tema del mercato libero, Mattarella. "Mercati aperti, collaborazione commerciale significano interessi comuni che vengono coltivati e questo è l'antidoto alla contrapposizione alla guerra". Poi torna a ricordare la figura di Marco Polo. "E sono convinto che il futuro richiede tanti Marco Polo, in alternativa a chi invece predica contrapposizione e pratica guerre". Collaborazione politica ed economico commerciale, unica via verso la pace. Lo spirito di Marco Polo è la strada da seguire, spiega Mattarella, curiosità a confronto tra culture e rispetto reciproco come metodo per cementare i rapporti Italo cinesi e superare i conflitti internazionali.