Più di un anniversario, più di una cerimonia, non solo la Giornata Internazionale per la Prevenzione e la Lotta al Crimine Organizzato transnazionale, non solo il 25° della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata, adottata a Palermo nel dicembre. 2000, molto di più. Al Polo delle Nazioni Unite di Vienna, Sergio Mattarella accanto al Presidente austriaco Van der Bellen avverte sui rischi per l'intera comunità internazionale derivanti dall'abbandono della strada del multilateralismo in un contesto geopolitico difficile. "Non si può tornare a una visione primitiva", avverte il Capo dello Stato. "Le Nazioni Unite restano pur con tali limiti, uno strumento straordinario e insostituibile. di pace e di stabilità, che sarebbe irresponsabile indebolire. Il quadro geopolitico che abbiamo di fronte richiede, con tutta evidenza un sostegno attivo dell'ONU, non certamente il suo smantellamento". Visione primitiva che può riportare drammaticamente alla dottrina nucleare. "Rafforzare e non demolire l'architettura relativa al disarmo e alla non proliferazione delle armi nucleari. In una fase storica in cui invece assistiamo a inaccettabili allusioni all'impiego di armi di distruzione di massa". Mattarella ricorda le figure e l'impegno di Borsellino e Falcone l'intuizione di quest'ultimo sull'importanza della cooperazione internazionale come strumento per contrastare la criminalità organizzata. "Il crimine organizzato può essere vinto a patto che le istituzioni si riconoscono nei doveri condivisi di civica responsabilità". Un concetto, dice vero nei contesti nazionali e sovranazionali. Un omaggio alla memoria di Falcone e Borsellino, un omaggio e un richiamo ai valori dell'ONU.























