Fuori le tende, la campada Pro Gaza, come in altre università italiane, sul modello della Columbia di New York, la protesta contro gli accordi degli atenei con l'industria bellica e a sostegno del popolo palestinese, dentro la cerimonia per la giornata del laureato alla Sapienza di Roma. Sergio Mattarella arriva, c'è, vuole esserci per l'università, per i ragazzi, per gli studenti. Loro scrivono una lettera aperta al capo dello Stato gli chiedono di esprimere la sua posizione su quanto sta accadendo in Medio Oriente tra musica cori tamburi e urla. Il presidente prende la parola e risponde: spiega come e quante volte abbia già espresso in maniera in occasioni ufficiali da ultimo alle Nazioni Unite una posizione chiara: l'Italia contrasta la violazione dei diritti umani ovunque dagli eventi del 7 ottobre a quelli più recenti dagli abusi dei regimi in Iran come in Afghanistan. "L'esigenza di rispettare il diritto umanitario è indicato nella nostra Costituzione ed è quindi doveroso per la Repubblica Italiana. Questo vale in ogni direzione". Il conflitto in Medio Oriente come quello nel cuore dell'Europa preoccupa molto governi e popolazioni, allarma i giovani che tra occupazioni cortei scioperi e qualche irruzione più o meno pacifica manifestano il proprio dissenso verso le mancate risposte dei governi. Ma il presidente avverte sui rischi delle imposizioni, del mancato confronto, dell'assenza di dialogo. "Il potere quello peggiore desidera che le università del proprio Paese siano isolate". A Gaza serve un cessate il fuoco immediato, i palestinesi hanno diritto ad avere una Patria così come Israele ha il diritto a esistere. Risposta e messaggio del capo dello Stato.























