Credente, cattolico, praticante. Come non ricordare il primo giorno da Capo dello Stato e quella passeggiata per andare a messa nella chiesa dei Santi Apostoli in centro a Roma. Sergio Mattarella, pur nella sua alta funzione di prima carica della Repubblica, e attenta alle esigenze di tutta la società e alla laicità dello Stato, come previsto dalla Costituzione, non ha mai fatto mistero delle sue origini spirituali, del suo credo. Sempre partecipe delle funzioni religiose anche all'estero, nei pochi momenti liberi dagli impegni istituzionali. Un rapporto quindi inevitabilmente a doppio filo con la Chiesa, con il Vaticano. Stretto, personale, privilegiato con Papa Francesco il cui papato ha accompagnato di fatto quasi tutto il suo mandato presidenziale. Un rapporto umano e spirituale prima ancora che istituzionale, quello tra Sergio Mattarella e Bergoglio, con una sintonia di animo e di pensiero sulla visione del mondo e sui grandi temi della società. Non è un caso che alla scomparsa del Pontefice nei giorni della Pasqua, nell'aprile del 25, dopo il periodo di malattia di Bergoglio al Gemelli, il Capo dello Stato scosso dalla notizia, nel suo messaggio, abbia subito parlato di grande dolore personale. "Accanto al dolore per la morte di Papa Francesco, avverto un senso di vuoto. Il senso della privazione di un punto di riferimento a cui guardavo" Un legame tra i due nato infatti fin dagli inizi del mandato presidenziale. Entrambi di formazione gesuita, innumerevoli gli scambi di messaggi privati e ufficiali tra i due. Come in occasione delle visite di Stato all'estero o come nei momenti più delicati per entrambi. "12 anni al servizio non solo della Chiesa, ma dell'umanità tutta", aveva scritto Mattarella nel suo messaggio per l'anniversario di pontificato di Bergoglio proprio nei giorni del suo ricovero al Gemelli. E lo stesso Papa aveva ricambiato nei giorni del ricovero del Presidente al Santo Spirito: "Le sono vicino", aveva scritto. Ma il segno tangibile della stima nei suoi confronti era arrivato sia nel messaggio di auguri di Francesco per la rielezione di Mattarella al Colle, sia in quel prestigioso conferimento del Premio Paolo VI: "Un coerente maestro di responsabilità", aveva detto Bergoglio, era il 29 maggio del 2023. Innumerevoli le visite reciproche, come quella in occasione della fine del primo mandato del Presidente, nel dicembre del '21. Il commiato e il ringraziamento del Pontefice: "Grazie della testimonianza. Grazie". E ancora prima, nell'aprile del 2015, in Vaticano. Oppure in occasione della storica visita ufficiale di Bergoglio al Quirinale nel 2017. Un rapporto andato avanti nell'affetto, nella grande considerazione e stima reciproca fino alla fine.