Uno sguardo all'Italia, il Paese del quale si dice fiero. Sergio Mattarella chiede a tutti unità e coesione, ora più che mai. Ringrazia chi è stato e tuttora è in prima linea. Richiama tutti, "classe politica e istituzioni in testa alla responsabilità" dice nel messaggio in occasione della festa della Repubblica, al dovere di essere all'altezza del dolore vissuto dai tanti concittadini colpiti dal virus, all'altezza della speranza e del bisogno di fiducia degli italiani. Le sofferenze provocate dalla malattia, avverte, "non vanno brandite gli uni contro gli altri. C'è la volontà di ripartire e di un nuovo inizio", spiega il Presidente, volto segnato dalla mascherina nei giardini del Quirinale, insolitamente deserti per l'occasione, ma che commemorano le tante vittime con un concerto. "Una giornata e una ricorrenza che può essere l'emblema per l'inizio", dice "della nostra ripartenza". Dobbiamo avere piena consapevolezza delle difficoltà che abbiamo di fronte. La risalita non sarà veloce. La ricostruzione sarà impegnativa, per qualche aspetto, sofferta. Serviranno coraggio e prudenza. Il coraggio di guardare oltre i limiti dell'emergenza, pensando al futuro e a quel che deve cambiare, e la prudenza, per tenere sotto controllo un possibile ritorno del virus. Mattarella però ricorda che ora sarebbe inaccettabile, imperdonabile disperdere il sacrificio e il dolore vissuti, la speranza e il bisogno di fiducia degli italiani. Un messaggio chiaro alla politica, trasversale ai partiti, oltre ogni dialettica che pur deve esistere. Ma c'è qualcosa che viene prima della politica e che segna il suo limite. Qualcosa che non è disponibile per nessuna maggioranza e per nessuna opposizione L'unita morale, la condivisione di un unico destino, il sentirsi responsabili l'uno dell'altro. Una generazione con l'altra, un territorio con l'altro. Politica, istituzioni, ma anche società, tutti parte di una stessa storia, di uno stesso popolo e l'invito chiaro, diretto a uno sforzo, a un impegno comune. Non siamo soli. L'Italia non è sola in questa difficile risalita. L'Europa manifesta di aver ritrovato l'autentico spirito dalla sua integrazione. L'Europa sembra esserci, ma ora dipende dall'Italia, dagli italiani dalla loro coesione, dalla capacità di prendere decisioni efficaci.