La linea della fermezza e della chiarezza. Prima il silenzio, il sereno silenzio del Colle dopo gli attacchi verbali ripetuti della portavoce del Ministero degli Esteri russo che aveva parlato di invenzioni blasfeme e di frasi che non potranno non avere conseguenze. Così come ripetuti sono stati gli attacchi informatici di hacker filorussi a siti italiani. Tutto in riferimento alla lectio magistralis del capo dello Stato tenuta a Marsiglia. Poi le parole di Sergio Mattarella che ribadisce un concetto già espresso più volte da tre anni a questa parte, dice, a sostegno di uno Stato sovrano aggredito. Lo fa nel corso della visita ufficiale in Montenegro, a dieci anni dall'ultima, tra le prime tra l'altro dello stesso Mattarella dalla sua elezione. Lo fa rispondendo in conferenza stampa accanto al presidente Milatovic. "La posizione dell'Italia è in questo ambito quel che io personalmente ho sempre espresso, limpida, chiarissima, quella dell'invito, del ristabilimento del rispetto del diritto internazionale e della sovranità di ogni Stato." Nessuna volontà di acuire le tensioni, di alimentare botta e risposta in una fase internazionale così delicata, ma come fatto già nel dicembre del 2022, attribuendo le responsabilità dell'aggressione a Kiev, non al popolo russo, ma al suo Governo, l'auspicio confermato ora è che la Russia torni a svolgere il suo ruolo nella comunità internazionale. Cita il memorandum di Budapest del '94 quando l'Ucraina cedette a Mosca migliaia di testate nucleari rimaste sul suo territorio dopo la dissoluzione dell'Unione sovietica consegna, a fronte dell'impegno a rispettare e garantire indipendenza e integrità territoriale. Ora si guarda al possibile percorso negoziale. "Con l'auspicio che si raggiunga una pace giusta e che non sia fittizia." Alleanza atlantica solida, robusta, della quale fa parte lo stesso Montenegro. Una visita, quella di Mattarella, che registra i progressi di Podgorica nell'avvicinamento all'Unione Europea indispensabile e urgente l'allargamento ai Balcani occidentali, ribadisce, confermando la spinta a un'Europa più protagonista sullo scacchiere internazionale. .