Un messaggio di fine anno diverso dal solito quello del Capo dello Stato, non nella durata nei tempi 17 minuti circa in una consueta ambientazione sobria, diverso, perché è molto più addentro al contesto delle difficoltà vissute dal Paese e al momento delicato sul piano internazionale. Luci e ombre ma soprattutto rispetto la parola dell'anno e speranza. Una speranza che però si alimenta, si accompagna con l'impegno di tutti dalle istituzioni alla politica passando per la società civile. Impegno alla convivenza, al dialogo, alla partecipazione al voto, alla democrazia dunque perché spiega il Presidente: "E' con quel senso di comunità che ci ha reso forti come Paese che le sfide globali e le emergenze che non mancano possono essere affrontate". Un invito, un appello una presa d'atto della realtà, realismo e pragmatismo come si parla a una società matura indicando una strada concreta per migliorare. Partendo da esempi anch'essi concreti: il patriottismo del personale medico degli insegnanti, degli studenti, di chi fa impresa, dei volontari e degli anziani che aiutano in famiglia. Fuori, le guerre, le barbarie che non risparmiano neanche il Natale stigmatizza Mattarella che ricorda poi la vicenda di Cecilia Sala: "Interpreto in queste ore l'angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Sala. Le siamo vicini, in attesa di rivederla al più presto in Italia. Quanto avviene segnala ancora una volta il valore della libera informazione". Rimboccarsi le maniche quindi riorientare la convivenza in un epoca di radicalizzazioni partendo dai giovani che vanno ascoltati e valorizzati dando loro adeguate opportunità lavorative, senza lasciarli partire o abbandonarli a quei fenomeni di violenza che preoccupano e che spesso sono alimentati dai modelli del web. Ricorda l'orrore per la sorte di Giulia Cecchettin e il ruolo per la donna: "Dobbiamo parlare di loro, della loro energia, del loro lavoro, del loro essere protagoniste dice, il modello deve essere la Costituzione come nel caso dell' emergenza carceraria". "I detenuti devono poter respirare un'aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine". Impegno di tutti quindi: "La speranza non può tradursi soltanto in attesa inoperosa la speranza siamo noi, il nostro impegno, la nostra libertà, le nostre scelte". Tutti chiamati ad agire dunque chiede Mattarella mettendo da parte egoismo rassegnazione, indifferenza.