È una condanna che non prevede repliche o giustificazioni. Le truppe Unifil non si toccano, Israele deve fermarsi. A Cipro, per il vertice dei paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo, Giorgia Meloni usa toni duri per condannare un atto che pone Israele dalla parte di chi sbaglia, e insieme a Francia e Spagna chiede a Netanyahu di cambiare rotta. Siamo a 300 km in linea d'aria da dove gli scontri si fanno sempre più intensi. Al summit partecipano anche Ursula von der Leyen ed il Re di Giordania, presenza fondamentale, spiega la Premier dopo un lungo bilaterale e dopo aver concordato ulteriori sforzi in tema di aiuti umanitari alle popolazioni di Gaza. Ma è verso le azioni dell'esercito israeliano che arriva il richiamo più duro. "Non è accettabile. Viola quanto stabilito dalla risoluzione 1701 delle Nazioni Unite. Il Governo italiano, come sapete, ha protestato con decisione con le autorità israeliane. Su questo tema insieme Emmanuel e a Pedro, quindi alla Francia e alla Spagna, abbiamo anche deciso di stilare una dichiarazione comune così come con i colleghi stiamo lavorando per immaginare, sempre in tema di Libano, durante il G7 difesa che si svolgerà tra pochi gironi, di organizzare una iniziativa anche coinvolgendo le altre nazioni che hanno partecipato in questi anni per implementare i nostri sforzi congiunti per rafforzare le forze armate libanesi." Macron e Scholtz evocano anche lo stop alla vendita di armi ad Israele se le cose non cambieranno. Meloni guarda alla Palestina, la soluzione due popoli due stati ora non è più rimandabile. La prossima settimana i leader saranno a Bruxelles per il Consiglio Europeo, anticipato da un Summit con i paesi del Golfo Persico. Sarà l'occasione per misurare le prossime mosse israeliane.