"L'unica speranza di pace è che il piano di Trump vada a segno, su questo lavoriamo da mesi senza sventolare bandiere". Per Giorgia Meloni non esistono di fatto alternative, lo ripete nell'anniversario del 7 ottobre, condannando Hamas, primo responsabile della crisi in Medio Oriente, ma anche la risposta sproporzionata di Israele. Per questo il lavoro di Washington, dove potrebbe tornare a stretto giro, rappresenta l'unica opzione concreta, e apre più di uno spiraglio di pace, nonostante il percorso fragile che accompagna i negoziati. Torna anche sulla Flotilla e sui cortei pro Gaza. Meloni non rinuncia al proprio punto di vista: uno degli striscioni di testa inneggiava al terrore del 7 ottobre, quando si consente questo, forse la tesi dei semplici infiltrati è un po' riduttiva, ma ho grande rispetto, conclude la premier, per le persone scese in piazza per una questione così sentita. Trova però pericoloso il soffiare sul fuoco degli avversari politici, puntando il dito contro chi ha denunciato lei e due ministri alla Corte penale dell'Aia per genocidio: si è perso il senso delle parole, un caso unico al mondo, denuncia Meloni, con il rischio che il clima d'odio nel Paese cresca ulteriormente, creando problemi per tutti. Nessuno escluso. .























