Istituzionale e agguerrita, Giorgia Meloni va da un estremo all'altro nel consueto confronto con il Parlamento prima del Consiglio Europeo, un Parlamento in cui spiccano i banchi vuoti della Lega prima che si richiamino tutti in aula per il voto finale. La Presidente difende il suo Governo e le sue scelte. Missione compiuta, dice di Raffaele Fitto, a cui sottolinea è stato assegnato un portafoglio di 1000 miliardi di euro. Poi lo sguardo al di là dell'Oceano, Donald Trump, il Presidente eletto degli Stati Uniti non è un nemico. "È indispensabile mantenere un approccio pragmatico, costruttivo e aperto con la nuova amministrazione Trump, sfruttando le aree di potenziale e fruttuosa cooperazione UE - USA e cercando di prevenire diatribe commerciali che certamente non farebbero bene a nessuno". La voce pacata delle comunicazioni al Parlamento. analizzando gli scenari in Ucraina e in Medio Oriente ci mette un attimo a salire di tono quando si rivolge alle opposizioni accusate nella replica di voler indebolire l'Italia in Europa e di pensare più alla propria fazione invece che alla nazione. "Voi stavate li a fare le macumbe sperando che anche questo fosse un fallimento, perché come sempre tifate contro la vostra nazione, se non siete al potere. Dopodiché penso che prima o poi dobbiamo fare un corso di riti Voodoo perché le macumbe non stanno funzionando". Governo e maggioranza hanno fatto inversione ad U sull'aumento degli stipendi per i ministri non parlamentari, la Presidente appoggia la scelta ma anche qui non risparmia stoccate, stavolta al Movimento Cinque Stelle. "Volete aumentare di sette mila euro lo stipendio dei ministri, no, l'emendamento che è stato proposto da alcuni parlamentari voleva equiparare, come ho già detto, il trattamento del ministro parlamentare al trattamento del ministro non parlamentare, sono due persone che fanno esattamente lo stesso lavoro eviterei di farmi su questo dare lezioni particolarmente dai colleghi del Movimento Cinque Stelle, detto da quelli che hanno speso soldi degli italiani per dare 300 mila euro l'anno a Beppe Grillo se consentite, anche no". Ora l'impegno del Governo guidato da Giorgia Meloni è far arrivare la manovra al traguardo nel più breve tempo possibile, senza più tentennamenti. In settimana il via libera della Camera al Senato toccherà probabile dopo Natale.