La parola d'ordine per Giorgia Meloni sul tema giustizia è unità. Gli obiettivi della premier, infatti, dopo le polemiche sul ministro Nordio e le sue esternazioni sulla possibilità di limitare le intercettazioni, sono quelli di dimostrare un centrodestra unito e scongiurare uno scontro con le toghe. Per questo, nell'incontro di ieri con il guardasigilli, la Meloni ha chiesto di stilare un cronoprogramma sugli interventi da fare. La premier deve trovare un punto di equilibrio tra l'anima garantista e quella giustizialista della coalizione, e così mette sul tavolo la stretta sulle intercettazioni, la lotta alla criminalità diffusa, la depenalizzazione dei reati contro la Pubblica Amministrazione, il potenziamento delle carceri per garantire certezza della pena. Inutile nascondere che il tema che fa più litigare Governo e opposizioni, è quello della possibile limitazione all'uso delle intercettazioni. Meloni rassicura che non è in discussione l'uso per reati gravi come mafia e terrorismo ma, dice la premier, bisogna evitare la gogna mediatica prodotta da fughe di notizie senza rilevanza penale. All'interno della maggioranza, Berlusconi vorrebbe accelerare e chiede fatti dopo le parole. Salvini fa sapere che la Lega ha presentato due disegni di legge, una alla Camera e l'altro al Senato, per la separazione delle carriere. Nordio, parlando all'apertura dell'anno giudiziario a Roma, ha teso una mano alle toghe, annunciando che ogni riforma avverrà solo dopo aver ascoltato tutte le voci del sistema giustizia.