Prende forma il ruolo dell'Italia nella Striscia di Gaza. Giorgia Meloni, la presidente del Consiglio, vola a Sharm el-Sheikh per la firma del piano di pace, portando in dote la disponibilità del nostro Paese su tre fronti, quello umanitario, il più urgente, con l'impegno di agevolare l'arrivo degli aiuti nel più breve tempo possibile. Poi la missione militare che potrebbe coinvolgere i carabinieri già dislocati al valico di Rafa in Cisgiordania. Il ministro della Difesa Crosetto, ha sottolineato come le forze italiane siano ben inserite nel tessuto di quel territorio difficile, E poi la ricostruzione, con la Presidente del Consiglio che ambisce a sedere nel board guidato da Tony Blair, che si occuperà di ricostruire tutto, ospedali, scuole, case. In Italia, intanto il Ministro dell'Interno Piantedosi vuole tenere alta l'attenzione sull'antisemitismo. Questa pericolosa deriva ha alimentato in Europa e in Italia un clima di ostilità verso Israele e ancora di più, ancora più gravemente, verso le comunità ebraiche che si sono trovate esposte ad un ritorno di pregiudizi e rancori, che evocano le pagine più oscure della nostra storia rendendo ancora più urgente il nostro impegno collettivo." Nelle opposizioni si punta al processo di pace e c'è disponibilità a valutare in Parlamento l'impegno italiano nella Striscia di Gaza. Per il PD una pace giusta in Medio Oriente non può prescindere dal riconoscimento dello Stato palestinese. Così Elly Schlein, la segretaria da Assisi in occasione della marcia per la pace: "Una straordinaria partecipazione oggi alla marcia della pace Perugia-Assisi, perché l'Italia è un Paese che ripudia la guerra, sta scritto nella nostra Costituzione e quindi noi continuiamo a mobilitarci per la pace, pace per i palestinesi che vuol dire pieno riconoscimento dello Stato di Palestina e fine delle occupazioni illegali in Cisgiordania, pace per gli ucraini, una pace giusta per tutti quei popoli che stanno coinvolti in oltre 50 conflitti terribili nel mondo." .























