La neve che, in poche ore, ricopre di bianco Tokyo sembra quasi voler mettere il sigillo ad un incontro che va oltre le formalità. Giorgia Meloni raccoglie il testimone del G7 dal premier Kishida, pronta portare in Puglia anche molte delle istanze discusse ad Hiroshima. Dall'intelligenza artificiale alle nuove minacce cyber, capitoli che si sommeranno agli asset portanti dell'agenda italiana. Africa, sud globale, stabilità internazionale. L'uomo al centro, spiega la premier, come l'area dell'indo-pacifico. Trascurato in passato, percepito distante, oggi diventa epicentro del nostro interesse. Paesi che condividono un'idea comune di democrazia e valori devono muoversi insieme. "Quest'anno arriveranno, nel mese d'agosto, prima gli F-35 parliamo di esercitazioni militari, di esercitazioni militari congiunte, prima gli F-35, poi arriverà la nostra nave Cavour con altri velivoli e poi arriverà l'Amerigo Vespucci, la nostra nave scuola, e quindi c'è diciamo, secondo me, interesse ad una maggiore e migliore presenza italiana." Davanti alla stampa italiana fanno capolino anche le questioni di casa. A cominciare dalle dimissioni di Sgarbi; che non respinge, ma non ci sono elementi per parlare di altri casi simili. "Penso che dopo il pronunciamento dell'antitrust, che come lei sa ha chiesto il Governo, la decisione del sottosegretario Sgarbi di dimettersi sia la decisione corretta. Io aspetto di incontrarlo a Roma per accogliere quelle dimissioni." Ai trattori che puntano su Roma ricorda gli sforzi fatti dal Governo e il bisogno, per l'Europa, di rendere sostenibile la transizione ecologica. "Molta della rabbia degli agricoltori arriva da una lettura ideologica della transizione ecologica, che ha pensato di poter difendere l'ambiente combattendo gli agricoltori. E questa non è la mia visione, Io penso che invece gli agricoltori siano fondamentali e debbano fondamentalmente essere coinvolti all'interno della transizione ecologica, se vogliamo della transizione ecologica funzioni." A Tokyo incontra anche gli AD delle grandi multinazionali. C'è voglia di Italia, a volte più di chi, in Italia, affonda le radici. Definisce bizzarre le parole del numero uno di Stellantis, Tavares. Non esistono incentivi per una sola azienda.