Le sfide che attendono l'Europa, i rischi di un periodo difficile e complesso, ma anche i futuri assetti delle istituzioni UE e il rebus degli incarichi di vertice post elezioni. È un bilaterale a 360 gradi quello tra Giorgia Meloni e Charles Michel. Sull fronte internazionale, la postura non cambia; il sostegno a Kiev è fondamentale per evitare un'escalation della guerra. Su Gaza, bisogna stringere per un cessate il fuoco. Sui migranti, l'Europa deve lavorare ancora di più ad accordi con i paesi di partenza per regolare i flussi. Capitoli che pesano e che evidenziano la complessità del momento inducendo Michel a non mollare come impossibile anche una revisione delle scadenze del PNRR. "Io penso che tra le opzioni utili per assicurarsi che il denaro del Next Generation EU venga consegnato e usato in Italia e negli altri Stati membri ci sia anche la possibilità di chiedere un allungamento dei tempi o altre procedure facilitate. Non voglio anticipare nulla ma penso che questo sia un dibattito che può avvenire sia nella commissione europea che nel consiglio". La competitività dell'Unione resta la grande prova per il futuro dell'Europa: proprio il capitolo che Ursula Von Der Leyen ha affidato a Mario Draghi che sta preparando il suo report e che è uno dei nomi che ritornano non solo nel dibattito italiano per un prossimo ruolo al vertice. Dopo le elezioni, il consiglio farà le sue proposte si limita a dire Michel ripetendo quello che vanno dicendo un po' tutti: parlarne adesso è prematuro perché i giochi veri si faranno solo ad urne chiuse quando si potranno pesare le famiglie politiche europee.