La fotografia è la stessa di una settimana fa: non siamo a a Kiev, ma a Tirana, a margine del vertice della comunità politica europea, i volenterosi tornano ad incontrarsi e come sabato scorso, chiamano Donald Trump per fare il punto su quanto andato in scena ad Istanbul. Macron, Merz, Tusk, Starmer e Zelensky, ricurvi sul telefono in modalità viva voce. Non c'è l'Italia, non c'è Giorgia Meloni, un'assenza che pesa e che sembra certificare mai come in questo momento una frattura profonda con un pezzo d'Europa. A Roma tutti chiedono conto di questa assenza, costringendo la premier ad uscire per una dichiarazione secca davanti alle telecamere. "Ci tengo a dire una cosa: allora, rispetto a questo dibattito sulla mancata presenza italiana nelle riunioni tra Gran Bretagna, Francia, Polonia, Germania e Ucraina, io devo ribadire una cosa che ho già spiegato diverse volte, e cioè: l'Italia ha da tempo dichiarato di non essere disponibile a mandare truppe in Ucraina. Non avrebbe senso per noi partecipare a dei formati, che hanno degli obiettivi sui quali non abbiamo dichiarato la nostra disponibilità. Credo che sia un fatto di chiarezza e di coerenza e a chi si lamenta, l'opposizione, per esempio, chiedo la stessa chiarezza e la stessa coerenza". Scura in volto tesa ne fa una questione di coerenza, ma poco dopo è direttamente il presidente francese Macron a pronunciare parole che suonano come smentita ed attacco al tempo stesso. C'è un errore di interpretazione, non abbiamo parlato di inviare truppe, la discussione era per un cessate il fuoco. Guardiamoci dal divulgare false informazioni ce ne sono a sufficienza di quelle russe. Fino ad oggi, d'altronde l'Italia, seppure in forme diverse, c'era sempre stata, senza dimenticare che la stessa Polonia non è mai stata disponibile ad inviare uomini sul campo, sfumature che sembrano indebolire le spiegazioni italiane, che dal canto suo, dopo i negoziati in Turchia, riconferma l'appoggio a Kiev. "Penso che insomma si sia visto abbastanza bene in queste ultime ore rispetto a una certa propaganda, chi sia effettivamente disponibile a fare dei passi importanti in favore della pace e chi invece, sia invece, chiaramente meno disponibile". Sullo sfondo nuove sanzioni. Ursula von der Leyen si dice pronta a mettere nel mirino banche e paesi amici della Russia, perché a questo punto bisogna fare di tutto per arrivare alla pace.