Ovviamente non mi sfugge la curiosità e l'interesse per la postura che il Governo terrà verso le istituzioni europee o ancora meglio vorrei dire dentro le istituzioni europee, perché quello è il luogo in cui l'Italia farà sentire forte la sua voce come si conviene a una grande nazione fondatrice, non per frenare o sabotare l'integrazione europea, come a volte ho sentito dire anche in queste settimane, ma per contribuire a indirizzarla verso una maggiore efficacia nella risposta alle crisi e alle minacce esterne e verso un approccio più vicino ai cittadini e alle imprese. Noi, per intenderci, non concepiamo l'Unione Europea come un circolo elitario con soci di serie A e soci di serie B o meglio come una società, o peggio come una società per azioni diretta da un consiglio di amministrazione con il solo compito di tenere i conti in ordine. L'Unione Europea per noi è la casa comune dei popoli europei e come tale deve essere in grado di fronteggiare le grandi sfide della nostra epoca a partire da quelle che gli stati membri difficilmente possono affrontare da soli.