L'Italia è una nazione che indiscutibilmente dipende troppo dall'approvvigionamento energetico estero. È una nazione che ha rinunciato a fare una politica seria di approvvigionamento energetico più o meno dalla fine dell'ultimo Governo Berlusconi, che tra l'altro fu rimosso anche per ragioni energetiche perché se un pregio ebbe quel Governo era proprio per i suoi rapporti tra Russia e Libia, poteva garantire all'Italia una autonomia nell'approvvigionamento dell'energia. Il conflitto in Libia, cioè tutta la storia che conosciamo. Oggi ci sono due questioni che fanno affrontare. La prima chiaramente è provvedimenti tampone. Le risorse noi possiamo stanziare per calmierare le bollette, la proposta era dell'Italia un credito di imposta pari all'aumento del costo dell'energia, ma qualsiasi soluzione seria il Governo tiri fuori la sosterremo. Il punto è che non basta, perché noi non avremo ogni mese tre, sette, otto miliardi da mettere per calmierare le bollette. Serve fare una politica seria di approvvigionamento energetico. Che non era prevista neanche nel PNRR, e anche questo va detto. Il 5% circa delle risorse del PNRR erano destinate al tema dell'energia, segnalo in Germania l'80% delle stesse risorse destinate all'energia. Ci sono una serie di cose che l'Italia può fare. Gas, noi non estraiamo neanche lontanamente il gas che potremmo estrarre per ragioni ideologiche e anche per una certa... per limiti imposti dall'Unione Europea sui quali secondo me Draghi dovrebbe farsi sentire. Le rinnovabili, sole e vento in Italia non mancano. Certo deturpano il territorio ma si possono fare delle cose, ad esempio si può organizzare i campi eolici offshore, si possono fotovoltaico sui tetti. Il geotermico, l'Italia ha forse la più antica centrale geotermica d'Europa e sul geotermico anche noi possiamo fare molto di più. L'Eni lavora ad un progetto di nucleare di nuova generazione. Sarebbe nucleare da fusione e quindi senza scorie, senza rischi. Credo che insomma, soprattutto se è un brevetto italiano e possiamo essere pionieri di questa ricerca come Eni è stata spesso spesse volte, su questo bisogna investire molto, ma è un fatto di visione e di difesa degli interessi nazionali.























