Non è ancora il 25 aprile, anniversario della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo, ma già le parole e le non parole si prestano all'ennesima polemica politica. Nel 79' anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, presente il Capo dello Stato Mattarella, dei 335 civili uccisi dai nazisti, il 24 marzo del 1944, per rappresaglia all'azione dei Partigiani del giorno prima in via Rasella a Roma, scoppiano le critiche alla dichiarazione del Capo del Governo. "L'eccidio è una delle ferite più profonde e dolorose della nostra comunità Nazionale" ricorda Meloni con una nota, "335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani". Erano soprattutto antifascisti, il denominatore comune delle critiche. L'ANPI Associazione Partigiani Italiani, ricorda come le vittime furono scelte in base a una selezione che colpiva antifascisti, oppositori politici, ebrei. Dal PD Boldrini considera grave mistificare i fatti storici: "Meloni non può omettere che i 335 trucidati, erano si italiani afferma ma soprattutto antifascisti". Il Premier replica: "Li ho definiti italiani sono stata omni comprensiva". Altro versante, il vertice di Bruxelles appena concluso, "Solo slogan, nulla di fatto" il responso delle opposizioni. "E' partita con tanti slogan ed è tornata con un pugno di mosche. Nulla su immigrazione ed una strategia estremamente pericolosa per quanto riguarda il conflitto russo-ucraino, che rischia di portarci in guerra". Gli alleati di Giorgia Meloni sono i nazionalisti, per questo il Consiglio Europeo è un fallimento per l'Italia, che è nuovamente isolata".