Difende ancora una volta il lavoro del governo sui migranti. Candida la Santa Sede a negoziatore per la pace tra Russia ed Ucraina. Nel decennale del pontificato di Papa Francesco la riflessione del Presidente del Consiglio passa in rassegna tutti i primi quattro mesi del suo governo. Nella sede di Civiltà Cattolica a fianco del Cardinale Diego Parolin, Giorgia Meloni non nasconde come il Santo Padre sia stato e sia una sua ispirazione quotidiana, anche sui migranti, dove l'accoglienza non deve lasciare spazio ai trafficanti che organizzano viaggi della disperazione. Richiama l'Europa a fare di più e spiega che sta lavorando affinché il Fondo Monetario sblocchi i finanziamenti per la Tunisia, proprio per evitare una nuova ondata di sbarchi. Chi ha i requisiti deve essere accolto, ma bisogna puoi avere la capacità di garantirgli pieni diritti ed integrazione. La tragedia di Cutro e le critiche che non cessano pesano sul governo, ma per la premier sono solo strumentalizzazioni. "Il governo e la sottoscritta sono stati accusati di cose raccapriccianti, ma la mia coscienza è a posto. Perché vedete quello che ci raccontano questi giorni è che più persone partono, più persone si mettono nelle mani di cinici trafficanti e più c'è il rischio che qualcosa vada storto". Il tutto aggravato dalla guerra tra Russia ed Ucraina, aggressore ed aggredito. L'Italia sta con il secondo, con la premier che punta sulla terzietà della Santa Sede, quale promotrice di una soluzione diplomatica. "Credo che sia proprio la Santa Sede quella più idonea a favorire una soluzione negoziale, perché non altro interesse. E quindi io davvero sostengo questo sforzo che ho visto e che spero si intensifichi e sul quale la Santa Sede può assolutamente contare sul nostro aiuto". Tra la Meloni e il Segretario di Stato Vaticano si consuma un lungo colloquio prima e dopo la presentazione del libro su Francesco. Un dialogo che serve a Palazzo Chigi per rimarcare la piena convergenza di vedute con il Vaticano.